lunedì 21 febbraio 2011

LA CACCA DEI CANI.




È stato come quando hai il tuo avversario sul ring, lo vedi che barcolla, lo ficchi nell'angolo e je meni un'ultima volta sapendo che non può far altro che incassare malissimo.
Sono fermo a un semaforo, eterno. Alla mia destra sotto degli alberi un signore con due pastori tedeschi attende che uno dei due depositi una torta a tronchetti. Quando il cane ha finito, il signore non raccoglie la torta e se ne va sereno.
Fa due passi. Dò un colpo al clacson, attiro la sua attenzione, abbasso il finestrino, si avvicina pronto a darmi un'informazione.
"Non la raccoglie?..." dico indicando i tronchetti demmerda.
La faccia gli si impietrisce. Rimane in silenzio a valutare il fatto che non ha nessuna ragione, non ha armi per rispondere e quel che lo fa definitivamente crepare dentro è che sono più giovane di lui e lo sto moralizzando.
"Guardi... ho tutto l'occorrente in macchina e stavo andando..." non ci crede nemmeno lui a quel che sta dicendo.
"Non ci credo..."
Intanto il semaforo sembra incantato sul rosso.
"È vero invece, se vuole venire in macchina le faccio vedere..." se cominciasse a piagnucolare lo capirei.
"Secondo me non aveva nessuna intenzione di raccoglierla..."
"Beh o viene alla macchina o mi da un giornale per raccoglierla..."
"Se ha la roba in macchina perché dovrei darle un giornale?"
Faccia di pietra mi guarda e se i suoi cani fossero dei Doberman sanguinari me li ficcherebbe dentro la macchina a forza.
Rimane zitto, scatta il verde ma ho cinque macchine guidate da gente che dorme davanti a me che mi danno il tempo di dire:
"Non deve dire le bugie, secondo me non la voleva raccogliere..."
Salutato.
Preso sicuramente un vaffa.

1 commento:

  1. Sei un grande. Sapessi dove abitano gliela raccoglierei io per deporgliela sullo zerbino di casa

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